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Impianto elettrico in una civile abitazione. Seconda parte

Vedi il 1° capitolo

Di seguito vi riportiamo i simboli grafici che individuano i singoli componenti del progetto di un impianto elettrico:

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Ma riprendiamo la descrizione dell’impianto stesso.

Dal quadro che alloggia il contatore ENEL per la misurazione dei consumi, si dipartono i fili conduttori che portano al centralino posto all’interno dell’abitazione e di solito ubicato vicino al vano porta.

Contatore ENEL

Tale centralino dovrà alloggiare i vari interruttori magnetotermici e l’interruttore differenziale chiamato "salvavita".

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Quella che noi descriviamo è la realizzazione pratica di un impianto elettrico, ma ripetiamo ancora una volta che la sua progettazione, esecuzione, eventuali modifiche e dichiarazioni di conformità devono essere fatti esclusivamente da personale e tecnici abilitati a tale compito, e per nessuna ragione (ad esclusione della sostituzione delle sole lampadine) alcuna  altra persona può mettere le mani in un impianto elettrico, data la pericolosità e le difficoltà oggettive.

Proseguiamo nella nostra descrizione fatta solo per informazione del lettore che ci segue.

Dal contatore Enel al centralino generale dell’appartamento, i conduttori fase e neutro dovranno avere una sezione maggiorata rispetto a quella dei conduttori dell’appartamento stesso, calcolata in maniera idonea.

In un appartamento medio si prevedono almeno due "circuiti", uno a 16 ampere che servirà le prese per i diversi elettrodomestici ed uno a 10 ampere previsto per le luci.

Se si osserva la seconda immagine in alto, nel centralino, si vedranno 4 interruttori magnetotermici (quindi 4 circuiti) ed un interruttore salvavita.

Ogni circuito fa capo, nel centralino, ad un interruttore magnetotermico. Ad esso confluiscono due fili (una fase ed un neutro)

Nella nostra descrizione ne abbiamo previsti due (uno a 16 amp. ed uno a 10 amp.)

L’interruttore magnetotermico “scatta” , interrompendo il circuito cui è posto come protezione, in caso di un "cortocircuito" cioè qualora  vengano a contatto due fili dell’impianto elettrico in qualsiasi posizione del medesimo, compreso le apparecchiature che serve; il secondo nel caso di un eccessivo carico o meglio “sovraccarico” dovuto all’accensione contemporanea di più elettrodomestici, che finiscono per assorbire più elettricità di quella consentita.
Sotto vediamo l’immagine di un interruttore magnetotermico

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Avere un impianto elettrico suddiviso da due o più circuiti, permette fra l’altro, in caso di guasto, di stabilire immediatamente in quale linea, cioè circuito è avvenuto il guasto stesso.

Alloggiato vicino agli interruttori magnetotermici, avremo poi l’interruttore differenziale detto salvavita.

L’interruttore "salvavita" è tarato a bassa corrente di intervento (0,03 Amp.) e offre protezione,  nel caso in cui una persona possa venire a contatto con un conduttore in tensione ed inoltre qualora le carcasse metalliche dei nostri elettrodomestici possano venire, a causa di un qualsiasi guasto, a contatto con parti in tensione.

Vedi sotto immagine di un interruttore differenziale salvavita.

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Il pulsantino blu che vedete a destra dell’interruttore, serve quale test di prova della sua funzionalità; difatti, a circuito in corrente, pigiando tale pulsante, l’interruttore salvavita deve "scattare" disattivando l’impianto.

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