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La SCIA che dovrebbe favorire l’edilizia la burocratizza ancora di più

Il Decreto Ministeriale 22/01/2008 n° 37 recante il riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici detta determinate regole che vengono applicate diversamente a secondo di quale Regione o Comune lo faccia; in particolare in questo articolo vorremmo richiamare la SCIA che dovrebbe favorire l’edilizia abbattendo la burocrazia ed eliminando perdite di tempo per iniziare i lavori.

L’intenzione lodevole, specie in questi momenti di crisi,  di un cittadino che intenda ristrutturare il proprio edificio e decida di farlo in tempi brevi, (Ci riferiamo in particolare a tutti quegli interventi di poche unità immobiliari e che sono la stragrande maggioranza dell’attività edilizia attuale) viene a cozzare contro una serie di richieste contraddittorie e burocratiche che lo scoraggiano fin dal momento a far presentare il progetto dal proprio tecnico.

Questo vale non tanto per i Permessi di Costruire, quanto per le SCIA, che dovrebbero agevolare l’edilizia e far partire immediatamente i lavori.

Il tecnico Responsabile del procedimento comunale richiede, in base alle vigenti leggi nazionali e regionali ed in particolare all’articolo 5 del D.M. 22/01/2008 n° 37, la presentazione di una lunga serie di documenti, fra cui gli schemi degli impianti tecnologici dell’edificio (Riscaldamento, elettrico, idrico, gas,) firmati da una ditta abilitata , oltre al DURC (Regolarità dei versamenti INPS ed INAIL) della stessa.

Cosa comporta tale richiesta avanzata al momento di presentazione della SCIA?

Un ritardo non indifferente nella presentazione del progetto e la redazione di atti  inutili, se richiesti in quel momento del procedimento, in quanto il committente deve trovare le ditte suddette, richiedere loro il DURC e gli elaborati tecnici completi di disegni rappresentanti lo schema dell’impianto

    

Ma vediamo ciò che avviene nella realtà delle cose: il committente,  per la fretta di iniziare, e per non rischiare di perdere mesi interi per avere un permesso comunale, finisce per scegliere un installatore a caso, al quale richiede di preparare al più presto il tutto: questo per ogni impianto da eseguire.

A monte di ciò, va chiarito, che per prima cosa dovrebbero essere salvaguardati i diritti dei cittadini che intendono costruire e lo vogliono fare con ditte e prezzi oculatamente scelti, a seguito di un esame approfondito delle persone e di preventivi presentati.

Cosa che naturalmente comporta molte settimane, se non mesi di lavoro.

Il committente, per esigenze di tempo e denaro segue la via più semplice ma anche falsa e che consiste nel chiedere alla prima ditta impiantistica che trova, di apprestare uno schema e preparare il DURC da presentare.

E’ una prassi ormai consolidata e vale anche per quelle ditte che sono di fiducia.

L’impiantista, con la speranza di fare poi il lavoro e per la fretta richiestagli, predispone “approssimativamente” lo schema dell’impianto, che non sarà mai conforme a quello realizzato, ma consisterà solo in una serie di punti e linee, disegnate secondo una logica del momento

Il tutto viene dato al committente il quale passa gli atti al progettista della SCIA che li presenterà immediatamente in Comune.

Ma la cosa non finisce qui, in quanto molto spesso accade che la ditta che ha predisposto lo schema, non sarà poi quella che eseguirà i lavori dell’impianto, in quanto il committente, durante i lavori, avrà scelto la ditta a lui più idonea e meno costosa, affidandole il lavoro.

Ecco! L’opera impiantistica, da quel momento  verrà eseguita a regola d’arte secondo il prezzario concordato con il committente e con i punti e le linee al loro giusto posto.

Per finire la sequenza, dobbiamo aggiungere che la certificazione di Regolare Esecuzione rilasciata a fine lavori ed il DURC della ditta esecutrice, testimonieranno che il lavoro è stato seguito e realizzato come di dovere.

Il lettore avrà compreso l’assurdità di quanto sopra esposto.

Una perdita inutile di tempo, una richiesta avanzata e non basata su solide basi tecniche, lavoro di alcuni professionisti gettato al vento.

C’è da domandarsi una cosa: ma non sarebbe più giusto fare presentare una SCIA (Ricordando che è nata per favorire chi vuol costruire e far partire subito i lavori) con gli elaborati puramente indispensabili, e richiedere, in fase di lavorazione, la presentazione degli schemi veritieri da parte delle ditte che realizzano l’impianto, se non addirittura escludere la loro presentazione, per non aggravare ulteriormente le già traboccanti filze comunali, e limitarsi, invece, a chiedere i certificati di regolare esecuzione ed eventualmente il deposito, presso lo stesso committente, di una copia firmata dello schema stesso e da conservarsi per tot anni.

    

Insomma, soluzioni ve ne sono molte, basterebbe più lungimiranza da parte dei legislatori, un poco di buona volontà e molto meno burocrazia.

Ma perché l’edilizia deve patire così tanto?

Concludiamo, facendoci una ulteriore domanda: perché per ogni legge urbanistica emanata, per non incorrere in mille diverse interpretazioni, non viene emessa, magari dopo alcuni mesi, una circolare esplicativa completa, togliendo a tanti burocrati la facoltà di spostare le virgole a loro piacimento?

Fate dei commenti e chiedete spiegazioni sulla vostra casa ed accessori, vi risponderemo

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