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Risanamento semplice di un tetto.

Molti saranno curiosi di sapere cosa vuole significare "risanamento semplice di un tetto": ebbene cerchiamo di spiegarci meglio indicando quali lavori vogliamo effettuare e riferiti a che cosa.

Molti possiedono garages , locali sgombero, ed altri vani similari distaccati dall’abitazione principale e costruiti a suo tempo in modo molto semplice, con l’orditura lignea necessaria, ma con il soprastante manto costruito alla vecchia maniera.

Una volta realizzata l’orditura lignea portante in travi, i travicelli (la loro misura standard era di cm 7×7) venivano inchiodati sulle travi alla distanza  di cm 50 l’uno dall’altro.

Sopra i travicelli veniva steso uno strato di tavelle in laterizio (cm 50x25x3), appoggiate semplicemente sui travicelli e poi "ricucite" fra di loro tramite malta di sola calce.

Sopra tale strato venivano piazzati i tegoli, e quelli più usati in passato erano i  "marsigliesi".

Le prime tre file degli embrici venivano murate con malta sempre di calce e poi le altre file venivano messe in opera a secco.

Gli embrici ,con il tempo, sono soggetti a rompersi, e la mancanza di una qualsiasi guaina o cartone bitumato, rendeva il locale sottostante umido a causa delle infiltrazioni di acqua.

Volendo risanare un manto di copertura di tale genere, la prima cosa da fare è controllare che l’orditura lignea sia sempre in buono stato, altrimenti vanno sostituite le parti fatiscenti

Adesso vi facciamo vedere un intervento effettuato sul tetto di uno di questi annessi, ed esattamente un locale di circa mt 5×3,50 già adibito a deposito attrezzi, ma abbandonato per qualche tempo a causa delle infiltrazioni di acqua.

La stagione estiva ha asciugato l’ambiente, l’orditura lignea sottostante è stata controllata ed adesso viene effettuato un lavoro di risanamento.

Per prima cosa deve essere ponteggiato l’esterno del manufatto, in maniera da lavorare con sicurezza.

Quindi si procede alla rimozione degli embrici marsigliesi.

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Si inizia sempre a togliere gli embrici partendo dall’alto; in questo particolare caso (come si può vedere dalla foto soprastante) doveva essere verificata e risanata la parte più bassa del tetto, onde controllare gli appoggi delle tavelle e dei travicelli sulla muratura, per cui la rimozione è avvenuta partendo dal basso.

Comunque è stato estremamente facile rimuovere gli embrici , in quanto murati con malta di calce.

Tolte le prime quattro file e ripulita la superficie sottostante, sono state portate in vista le tavelle in laterizio 50x25x3 ed è stato riscontrato che non vi erano rotture e che le stesse risultavano intatte sia agli appoggi sui travicelli che alla giunzione con il muro.

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A ridosso dei muri laterali, è stato però necessario rimuovere lo strato di intonaco che formava la "mantellina" sopra gli embrici.

Attenzione! Lavorando sul manto delle tavelle occorre muoversi su dei tavoloni posti verticalmente ai travicelli ed inoltre eventuali spostamenti vanno sempre effettuati ponendo il piede sopra le giunture dei travicelli stessi: mai sulle tavelle in laterizio.

E’ stato usato per tale scopo un martellino demolitore che in breve ha liberato i tegoli laterali.

Effettuato un sopralluogo accurato di tutto il manto delle tavelle in laterizio, è emerso che le medesime erano in buone condizioni e che pertanto potevano essere mantenute.

In cosa è consistito dunque il lavoro facile?

Per non appesantire l’orditura lignea sottostante e preso atto della situazione buona dello strato delle tavelle, è stato pensato di metter in opera una guaina bituminosa ardesiata. Questo, senza dovere creare alcun massetto cementizio sovrastante.

E’ stata applicata la prima striscia di guaina, ungendola perimetralmente, a contatto con le tavelle e con bitume a freddo, dato in abbondanza con un pennello. Le strisce di guaina alte i metro vengono poste in opera , in maniera da sporgere lateralmente a contatto dei due nuri, per almeno 10 cm; questo per permettere la muratura della parte sporgente a ridosso dei muri stessi.

Sotto nella foto, vediamo la muratura delle prime tre file dei marsigliesi e la guaina "girata" di 15 cm circa in corrispondenza dei muri leterali.

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E sotto ancora la prima striscia di manto finita.

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La parte più alta del tetto, con le tavelle a vista, ripulite e spazzolate con una spazzola di saggina.

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Si è proceduto stendendo gli altri fogli di guaina ardesiata, sempre con l’uso di bitume a freddo (è possibile acquistarlo in qualsiasi magazzino edile in confezioni da 5 Kg)

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Una volta stesa la guaina si sono posti in opera gli embrici, usando i vecchi e sostituendo quelli che sono stati rotti durante la rimozione.

La guaina, che è stata rialzata e fermata a ridosso dei muri laterali, viene quindi arricciata con malta cementizia.

Una volta seccata tale malta, vengono passate sopra di essa 2 o 3 mani di bitume a freddo, onde impedire all’acqua piovana di infiltrarsi  attraverso il muro.

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