Nella realizzazione delle coperture, specie quelle a tetto, onde impedire probabili infiltrazioni di acqua piovana da alcuni punti critici, è indispensabile trattare questi ultimi adeguatamente, in particolare modo applicando delle "scossaline" in rame, in piombo, oppure in plastica.
In questo articolo vogliamo entrare in merito di alcune di queste applicazioni: forse le più importanti, che spesso vengono trattate diversamente, magari usando solamente dell’asfalto liquido, oppure del materiale plastico simile alla gomma sintetica.
Con il passare del tempo, la gomma sintetica, a causa dei raggi solari, tende a rialzarsi ed a staccarsi dal supporto, mentre l’asfalto a freddo resiste molto di più, ma va comunque ripassato e rinnovato spesso.
Le immagini, in questi casi, sono molto piiù efficaci delle parole, ed allora vogliamo farvi vedere, di seguito, alcuni casi di applicazione delle scossaline
Nella prima e seconda immagine soprastanti, abbiamo occasione di vedere due scossaline poste a protezione dell’attaccatura delle falde di un tetto, con il muro portante di falde soprastanti.
Dette scossaline sono in rame, fatte ad "L" aperta, fermate con viti ad espansione e rondelle, al muro verticale, e appoggiate semplicemente alle tegole della falda del tetto, in maniera da proteggere tale punto critico da eventuali infiltrazioni di acqua piovana.
Nella seconda immagine possiamo vedere anche una scossalina posta sulle gronde laterali, per la quale vi rimandiamo ad un nostro precedente articolo
La terza immagine mostra una scossalina divisa in due parti, a protezione di due attaccature perpendicolari fra di loro.
Sopra, possiamo osservare il trattamento che va fatto, a protezione di un comignolo posto su di un tetto.
Nella seconda immagine a destra, si può vedere come va messa in opera la scossalina in rame: nelle parti superiori e laterali, il rame è stato piegato a squadra, lasciando verticalmente una aletta di circa 1/ 2 cm; i coppi (o tegole o embrici) devono sormontare tale rialzo, in maniera che l’acqua che scivola dagli stessi, rimane incanalata nella scossalina di rame, ma grazie alle alette, non bagna la soletta o la guaina sottostante.
Nella parte inferiore (e talvolta laterale), della scossalina, è fissata una lastra di piombo o di alluminio "plissettata" , che va a sormontare gli embrici posti a valle, avviando, così, le acque piovane verso la gronda.
Sotto, nella parte destra dell’immagine, vediamo dei rotoli di queste lastre di piombo o alluminio, prodotte dalla ditta MAGE di Laives (BZ) (www.mage-srl.it)
Sulle coperture, le scossaline vanno usate anche per eventuali lucernari: di solito, acquistando il lucernario le troviamo già applicate allo stesso, per cui vi mostriamo solo come si vedono posate in opera.
Il sistema di montaggio è uguale a quello sopra esposto per i camini.
L’immagine sottostante, mostra una scossalina in rame, come le altre, solamente che la parte verticale a muro, dopo essere stata fissata con le viti ad espansione, viene poi intonacata, fino a scomparire sotto l’intonaco della facciata.
Sotto ancora un esempio di una scossalina particolare, in alluminio, per una tettoia o pensilina, tipo moderno.
Le tre immagini che seguono, mostrano altri tipi di scossalina che si possono trovare presso i vari magazzinim edili: la prima a sinistra risulta essere sagomata con l’impronta del tegolo del tetto; la seconda è in rame" plissettato", ma con la, parte alta in plastica o alluminio; la terza infine, è in plastica ad L, ad angolo largo, ma può essere anche metallica (tipo alluminio).
Un consiglio: quando si mettono in opera le scossaline, specie nel caso di lavori di straordinaria manutenzione o ristrutturazione, quando gli intonaci esterni non sono precisamente diritti, è opportuno sigillare la parte superiore, fissata al muro, con del silicone da esterno, oppure ritoccandola con un pennellino intriso di asfalto a freddo.
Fate dei commenti e chiedete spiegazioni sulla vostra casa ed accessori, vi risponderemo
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