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Una semplice comunicazione per gli interventi edilizi in casa nostra. Possibile?

La notizia apparsa ieri  primo settembre 2014 ed anticipata dal ministro Lupi sui quotidiani nazionali circa il fatto che per gli interventi edilizi in casa nostra basterà una semplice comunicazione diretta al Comune,  ci ha resi estremamente entusiasti, in quanto in questo clima di crisi occorre veramente una efficace iniziativa che smuova l’edilizia: ma sarà tutto vero, oppure è un ennesimo illusorio annuncio di qualcosa che in definitiva non si può fare, semplicemente perché si dovrebbe cambiare l’intero iter legislativo che regola questa materia.

Adesso vi spieghiamo come vediamo la questione.

Per effettuare delle modifiche in un appartamento, a meno che non si tratti dello spostamento di una porta,  per tutto il resto occorre attenersi a delle regole igienico sanitarie ormai consolidate, a Decreti Ministeriali che dovrebbero essere aboliti, a certificazioni di regolare esecuzione che non dovrebbero essere più richieste.

Fino ad oggi, il Testo Unico dell’Edilizia (Dpr 380 del 6 giugno 2001) consente, per quanto vuol fare il ministro Lupi, i seguenti interventi,
“…. gli interventi di manutenzione straordinaria  sono le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso”.

Probabilmente a detti lavori ammissibili, si dovrebbero aggiungere anche “…..gli interventi consistenti nel frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari con esecuzione delle opere anche se comportano la variazione del carico urbanistico purché si mantenga l’originaria destinazione d’uso”.

Non vorremmo sembrare pessimisti e fare gli uccelli del malaugurio, ma ci sembra di stare nuovamente ricadendo nell’errore occorso nel tentativo di facilitare l’edilizia con la SCIA e che poi in effetti non ha sortito alcun effetto favorevole

Ma procediamo per gradi:

Chi intende effettuare modifiche interne alla propria casa (e si intende, come detto sopra, lavori di straordinaria manutenzione e di accorpamento o forse anche di frazionamento), immancabilmente si troverà nelle condizioni di spostare dei termosifoni con le relative tubazioni, se poi vuole agire sul bagno o sulla cucina, dovrà vedersela con l’impianto idrico e con quello del gas.

In tutti i casi occorrerà modificare  l’impianto elettrico, magari spostando una sola presa di corrente.

    

Sono tutti lavori regolati da precise leggi, che comportano l’esecuzione obbligatoria da parte di ditte specializzate ed inscritte alla Camera di Commercio, che devono presentare prima dell’inizio dei lavori un progettino firmato e timbrato ed alla fine degli stessi (Art 25 del DPR n° 380 del 6 giugno 2001) rilasciare una certificazione di regolare esecuzione che attesti che gli impianti sono stati eseguiti o modificati a regola d’arte

Relativamente, poi, alle caratteristiche dei locali abitabili, è obbligatorio attenersi al Decreto Ministeriale 05/07/1975, che prevede superfici calpestabili, altezze, superfici finestrate, minime, legate tutte a motivazioni di carattere igienico sanitario.

Come ciliegina sulla torta, devesi segnalare il fatto che per eseguire i lavori , progettarli, eseguirli e accatastarli, è necessario un tecnico professionista inscritto ad un albo.

Adesso viene spontaneo domandarci: cosa intende regalare all’edilizia questo Governo annunciando che con una semplice comunicazione si possono fare i lavori in casa? Onestamente fatichiamo a comprenderlo.

Ovviamente, da esperti in materia, (Scusateci l’immodestia), ci domandiamo dove stia la facilitazione annunciata dal ministro Lupi.

Deve essere veramente eccezionale, perchè in questa fase non riusciamo ad individuarla.

Una soluzione, però, potrebbe anche esserci, e proviamo ad esternarla: 

Nella comunicazione al Comune dovrebbe essere specificato che i lavori vengono eseguiti sotto la Direzione Lavori di un tecnico professionista, facendo presente che il medesimo provvederà ad accatastare le varianti eseguite ed a raccogliere le certificazioni di legge relative agli impianti,  e che saranno conservate dal proprietario committente per la durata di anni (5-10 ?).

Potrebbe essere un sistema innovativo ed anche funzionale perchè ridurrebbe i tempi previsti per una autorizzazione, permettendo di attuare l’idea del ministro Lupi, visto che a tutt’oggi i progetti degli impianti e le relative certificazioni vengono depositati presso gli uffici comunali e  non ci risulta vengano controllati da alcuno.

Fate dei commenti e chiedete spiegazioni sulla vostra casa ed accessori, vi risponderemo

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