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Le luci: chiarimenti ed esempi esplicativi.

Le aperture in un muro perimetrale, che costituiscono le "luci", così definite dal diritto privato, stanno interessando un numero sempre maggiore di lettori.

Avevamo già presentato due articoli relativi a tale argomento.

Rispondiamo, comunque, con un unico articolo, alle molte richieste avanzate, in maniera da spiegare quelle che sono le carratteristiche principali e le misure da rispettare nel caso di luci.

Mostriamo anche alcuni esempi a chiarimento delle spiegazioni.

Il codice civile lascia una ampia facoltà di scelta per la larghezza delle luci, che possono andare da una semplice feritoia ad una apertura massima a secondo della struttura del fabbricato.

La luce è sempre stata intesa come apertura in un muro, chiusa da una "invetriata fissa", costituita in particolare da mattonelle di vetrocemento.

Però la legge, con il tempo, ha permesso che alla invetriata fissa, si potesse sostituire una grata fissa, la quale naturalmente non deve sporgere dal muro e deve avere le maglie della superficie massima di cmq 3.

Sotto vediamo il tipo di maglie più comunemente usate:

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Altro fattore importante che deve caratterizzare le luci, è l’altezza della soglia della luce, sia dal proprio pavimento che dal suolo o pavimento del vicino.

Per chiarire meglio ai lettori, facciamo vedere alcuni esempi chiarificatori:

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Nell’immagine soprastante, nella prima figura a sinistra,  la luce "r" al piano terreno di un fabbricato di "A", mentre può avere qualsiasi larghezza ed altezza, deve avere l’altezza interna "ab" della soglia "aa" dal pavimento "bc", non inferiore a mt. 2,50.

Nella seconda figura, la luce "s" sita al 1° piano, l’altezza "mn" della soglia "mm" dal pavimento "on" deve essere non inferiore a mt 2,00.

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Adesso osserviamo la prima figura dell’immagine soprastante: l’altezza "ab" è minore di quella esterna "ad", per cui è la prima che non deve essere inferiore ai mt 2,50.

Nella seconda figura sarà invece l’altezza esterna "ad" a non dover essere minore di mt 2,50.

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Vedi l’immagine soprastante. Quando il "suolo" del vicino "B" è costituito da una superficie aperta "de" di un terrazzo o lastrico solare, accessibile o praticabile, la misura esterna da considerarsi per l’altezza della soglia "aa" della luce "r" deve essere non meno di mt  2,50 (e così anche quella interna "ab")

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Ora passiamo all’ultimo esempio di cui sopra:  Il locale di "A" è seminterrato rispetto al suolo di "B". In questo  caso è evidente che le condizioni dei luoghi non consentono di potere osservare , per l’altezza "ad" la misura di mt 2,50.

Ma anche l’altezza "h" ("ab") interna ad "A"  non può essere di mt  2,50, infatti se l’altezza totale interna di questo locale seminterrato fosse per esempio di mt 2,40 (o poco diversa, come succede per ambienti seminterrati non abitabili), l’apertura di una luce  con l’altezza "ab" non inferiore ai mt 2,50 non sarebbe possibile.

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Nell’immagine soprastante vediamo, partendo  dalla figura a sinistra, casi nei quali la superficie del suolo di "B" sia formata da un terreno in pendenza o da una scala, oppure la luce abbia la soglia in pendenza. In questi casi l’altezza "ab" che non deve essere inferiore ai mt 2,50, verrà misurata nel punto più vicino fra i due elementi.

Fate dei commenti e chiedete spiegazioni sulla vostra casa ed accessori, vi risponderemo

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