che teneva un bambino
ed egli disse:
i vostri figli non sono vostri figli.
sono figli e figlie del desiderio ardente
che la vita ha per se stessa.
essi vengono per mezzo di voi,
ma non da voi.
e benché siano con voi,
non vi appartengono.
potete dar loro il vostro amore
ma non i vostri pensieri,
poiché essi hanno i loro pensieri.
potete dar alloggio ai loro corpi,
ma non alle loro anime,
poiché le anime
dimorano nella casa del domani,
che voi non potete visitare
nemmeno nei vostri sogni.
potete sforzarvi di essere come loro:
non cercate però di renderli come voi.
la vita, infatti, non torna indietro
né indugia sul passato.
voi siete gli archi
dai quali i vostri figli
come frecce viventi son lanciati.
l’arciere vede il bersaglio
sul sentiero dell’infinito
e vi piega con la sua potenza
perché le sue frecce
volino veloci e lontane.
lasciatevi piegare con gioia
dalla mano dell’arciere;
poiché come egli ama la freccia che vola
così ama pure l’arco che è ben saldo
questa poesia è davvero bella, mi ha commosso.
molto poetico,davvero bella per essere vita di oggi,speriamo che si ritorni a questi vecchi valori.
non è facile lasciare che i figli seguano la loro strada.
io ci provo, non sempre ci riesco e questo mi addolora
Per Clelia
Questa poesia ha colpito me, come colpisce tanti genitori.
L’essenziale è provarci. Si, provarci sempre.
Ciao
Amedeu