Eravamo rimasti al capitolo 12 alla soletta in calcestruzzo armato, ricoperta da una guaina ardesiata saldata alla soletta stessa.
Adesso è arrivato il momento di effettuare la realizzazione del manto di embrici a finire la copertura.
Prima però è necessario pensare alla posa in opera della "Linea Vita" e vi rimandiamo all’articolo da noi effettuato dove si affronta questa problematica.
Sappiamo che la norma UNI EN 795:2002 stabilisce che per i tetti in costruzione o da restaurare o ristrutturare, devono essere montati degli ancoraggi (classe A1,A2,C,E), da mettere in opera; fissi e flessibili.
Il progetto della linea vita va naturalmente redatto dal progettista della nostra ristrutturazione che dovrà effettuarne il collaudo al termine dei lavori.
I montanti relativi alla linea vita devono essere fermati alle travi portanti del tetto tramite un sistema di staffe e bulloni particolari per ogni tipo di questo impianto.
Passiamo adesso alla realizzazione del manto di copertura. Originariamente la costruzione era ricoperta di tegole e coppi alla romana, detti anche alla toscana.
Sono state accatastate in cantiere, e molte sono state recuperate perchè in buone condizioni.
Il proprietario ha scelto la soluzione di mantenere il manto con questo tipo di embrici, per cui quelli in cantiere verranno riutilizzati, integrandoli con altri del tipo invecchiato, facilmente trovabili presso tutti i magazzini edili.
E’ stata calcolata una percentuale di integrazione intorno al 25% della copertura.
Relativamente alle misure delle tegole preesistenti confrontate a quelli nuove, si fa presente che in commercio ne esistono tante varietà e non è difficile trovare quelle della misura voluta.
Tramite una ricerca su internet il lettore potrà verificare quanto siano numerose le fornaci di laterizio in Italia e quanto sia ampia la scelta.
Di seguito vi mostriamo il primo disegno del manto di copertura:
Sopra si nota la posa in opera delle tegole . Le prime tre file di queste vanno murate sulla guaina ardesiata. La malta deve essere a base di sola calce (questo in quanto dovrà essere facile sostituirle in caso di rotture o incrinature che si presentino nel tempo).
Quindi due file vanno poste in opera senza murarle, poi una fila la si mura due no e così via fino al colmo.
I tegoli e i coppi nuovi vanno mescolati con quelli vecchi e non concentrati in un solo punto.
Con il tempo il tetto, esteticamente, diventerà uniforme.
Per comodità di spiegazione, abbiamo fatto vedere, sopra, solo il particolare delle tegole, ma la loro messa in opera deve avvenire contemporaneamente ai coppi, partendo naturalmente dalla gronda e salendo verso il colmo del tetto.
Sotto vediamo una sezione relativa ai coppi posati sulle tegole e alla malta di calce usata per murarli:
Infine sotto ancora il disegno del prospetto laterale e di come si presenteranno le tegole e i coppi una volta montati:
Arrivati al colmo del tetto, intorno ai montanti della linea vita che escono all’esterno, va eseguita una accurata impermeabilizzazione, usando catrame a freddo dato in abbondanza con un pennello, e questo sia prima che dopo la muratura della sella finale del tetto.
I montanti non dovranno essere veicolo di umidità verso l’interno.
Si consiglia di non usare la gomma liquida in barattoli, in quanto con il tempo e le intemperie si "arricciola" e perde la sua efficacia come protezione.
Le selle da mettere in opera saranno del tipo semicircolare eandranno murate pure esse con malta di calce.
Devono abbracciare sia i tegoli che i coppi e devono essere rifinite attentamente sempre con malta.
Una volta che detta malta sarà seccata, si dovrà ripassarla con asfalto a freddo a sigillare il tutto.
Questo è il lavoro da eseguire per il manto di copertura della nostra ristrutturazione.
Comunque, poichè abbiamo già scritto un esauriente articolo sulle tegole e coppi tipo romano, vi rimandiamo ad esso, in maniera da farvi un quadro completo del lavoro.
Fate dei commenti e chiedete spiegazioni sulla vostra casa ed accessori, vi risponderemo
SEGUITE ANCORA I NOSTRI ARTICOLI SULLA MURATURA MESSA IN PRATICA
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