Riforma Gelmini, i regolamenti
illustrati in Consiglio dei ministri
Sono approdati in Consiglio dei Ministri i regolamenti attuativi del piano programmatico sulla scuola. Si tratta di quattro provvedimenti: due, sui quali verranno acquisiti i pareri prescritti, riguardano la riorganizzazione della rete scolastica (e l’utilizzo delle risorse umane) e il riordino dell’assetto della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione: altri due, sui quali oggi è stato avviato l’esame che verrà completato in una prossima seduta, sono relativi al riordino dei licei e degli istituti tecnici.
Soddisfatta il ministro Mariastella Gelmini secondo la quale i provvedimenti varati oggi «segnano la volontà del governo di innovare fortemente» anche nella consapevolezza che «in un momento di crisi economica, come quello attuale, la scuola è un volano straordinario per dare la certezza di un futuro ai nostri ragazzi». Per la prima volta dopo la riforma Gentile del ’23 – ha sottolineato – si mette mano alla scuola con una riforma organica di elementari, medie e superiori. E poco importa se la «rivoluzione» avverrà in due tranche. «Non c’è nessuno stop alla riforma delle superiori – ha precisato il ministro stemperando l’euforia di chi nei giorni scorsi ha parlato di una sua retromarcia – Abbiamo lasciato un anno di tempo alle scuole per adeguarsi alle novità, magari partendo con qualche sperimentazione». Ha comunque ribadito che l’auspicio è quello di fare la riforma in un «clima di condivisione» e di «serenità».
Per quanto riguarda il primo ciclo d’istruzione (la riforma sarà attuata dal prossimo anno scolastico a partire dalle prime classi della scuola elementare) la novità più incisiva è il superamento del cosiddetto «modulo» e l’introduzione del maestro unico. E su questo punto Mariastella Gelmini è stata chiara: «Il modello educativo di riferimento resta il maestro unico, con una libertà di scelta delle famiglie non sulla tipologia di maestro ma sul quadro orario». Quanto alla riorganizzazione della rete scolastica, il ministro ha confermato che non ci sarà nessuna chiusura delle scuole delle isole, dei comuni montani o dei piccoli comuni. «Otterremo i risparmi necessari – ha spiegato – accorpando il personale amministrativo e dirigente». La riforma delle scuole superiori partirà invece, dal primo settembre 2010 e spazzerà via una gran mole di indirizzi di studio: nei licei si passerà da 510 a 9 e negli istituti tecnici da 204 a 11.
Sul fronte dei licei ci saranno due new entry, il liceo musicale e quello delle scienze umane, mentre gli istituti tecnici verranno organizzati in due bienni+un anno. Si darà più spazio alle lingue (l’inglese verrà studiato in tutti i licei obbligatoriamente per tutti e cinque gli anni e nei tecnici al quinto anno una materia sarà insegnata in inglese) e alle materie scientifiche che verranno potenziate sia al classico sia allo scientifico. Guerra aperta, infine, agli sprechi, anche quelli di minuti: «Non permetteremo più – ha avvertito il ministro – che ci sia una definizione flessibile dell’ora di lezione: sarà di 60 minuti e non più di 50 come è consuetudine». Consensi ai provvedimenti sono venuti dal centrodestra, mentre fortemente critica è l’opposizione. Dura anche la reazione dei sindacati: in particolare la Flc-Cgil ha definito «inaccettabile» il varo del testo in Cdm senza consulto con le parti sociali.