Un bio-cemento innovativo che si autoripara grazie all’azione di particolari batteri in grado di rigenerarsi dopo decenni

Sicuramente una novità che vedremo avverarsi, si spera, in un prossimo futuro, dato che è ancora in fase di perfezionamento quella che riguarda un bio-cemento innovativo che si autoripara grazie all’azione di particolari batteri in grado di rigenerarsi dopo decenni.

Da sempre e cioè fin dai tempi antichi quando i Romani lo usarono per realizzare opere importanti quale il Panteon,

il calcestruzzo dimostrò di avere dei limiti dovuti alla sua vulnerabilità al tempo, durante il quale può sgretolarsi e creparsi, in maniera che l’acqua piovana si infiltri, attraverso le crepe, fino al ferro di armatura corrodendolo e procurando perfino il crollo di una struttura.

Nei tempi moderni, allorchè il cemento armato è diventato comune in quasi tutti i cantieri, non è stato comunque possibile raggiungere, nonostante i tentativi effettuati, alcun miglioramento a tale stato, così che, inesorabilmente, dovremo aspettarci di vedere i suoi limiti  comparire nel futuro, dato che le strutture moderne sono in essere da non più di un secolo.

I tentativi di rimediare a questa vulnerabilità del calcestruzzo sono stati tanti, ma non si è mai raggiunto un grado tale che possa garantire la sua conservazione perfetta.

Una sfida che è stata accettata dai microbiologi della Technology University di Delft  in Olanda, i quali, nel corso degli anni sono riusciti a trovare una soluzione completamente biologica, contro questa caratteristica negativa del cemento e che comporterà una durata molto superiore, nel tempo, di questo manufatto diventato indispensabile per la moderna edilizia.

Tale scoperta dovrà essere ancora perfezionata, ma la via alla sua diffusione è stata aperta.

Il biocemento

I biologi olandesi hanno accomunato edilizia con biologia, riuscendo a creare un cemento biologico detto “biocemento” che potrà garantire a questo materiale una durata nel tempo molto superiore a quella attuale.

Tramite il loro ingegno e perseveranza, è stato realizzato un cemento con azione autoriparante.

Tale calcestruzzo è nato da una miscelazione di sabbia, acqua, cemento e detriti, con l’aggiunta di un tipo di batterio denominato “bacillus”, il quale una volta attivato dal contatto con l’acqua che penetra all’interno del manufatto in caso di crepe o lesioni, arriva a produrre calce, la quale sarà in grado di autoriparare le crepe create nel calcestruzzo, permettendo così una vita molto più lunga di tale manufatto.

Come funziona il biocemento

Al fine di realizzare questo biocemento era necessario trovare un batterio che sopravvivesse in ambienti alcalini e secchi  quale è il cemento e che potesse restare inattivo anche per molti anni, prima di essere attivato dall’acqua.

Il batterio “bacillus” ha questa caratteristica e le spore che questo produce possono sopravvivere e per questo, i microbiologi hanno scelto i batteri bacillus, in grado di crescere in ambienti alcalini, per decenni senza acqua né cibo.

Per quanto riguarda poi alla necessità di procurare al bacillus il cibo occorrente, i biologi hanno scelto di mescolarlo a calcio lattato inserendolo in capsule di plastica biodegradabili poste insieme all’impasto del calcestruzzo bagnato.

Allorchè si formeranno delle crepe nel calcestruzzo e vi sarà penetrazione di acqua, questa farà sciogliere le capsule, attivando i batteri, i quali germineranno e il loro metabolismo convertirà il lattato di calcio in carbonato di calcio, creando la calce, che agirà sulla struttura risanandone le crepe.

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di
amedeu

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