Facciamo riferimento a un nostro precedente articolo nel quale si parlava del significativo avanzamento riscontrato negli ultimi anni in materia di risparmio energetico negli edifici.
La legge ha reso indispensabile la certificazione energetica (Attestato di Certificazione Energetica – ACE) che si rende oltretutto necessaria per potere usufruire degli incentivi, agevolazioni o sgravi fiscali di qualsiasi natura, prestati dallo Stato o dalle Regioni.
Con l’inaccessibilità alle vecchie fonti energetiche, dovute all’esponenziale aumento dei prezzi, il cittadino ha iniziato a prendere in considerazione le energie alternative, quali il fotovoltaico, le biomasse ecc., ai fini di una vivibilità migliore ma anche di un risparmio economico non indifferente.
Sta avanzando un nuovo modo di operare, che vede le energie alternative, unite ad una buona coibentazione o isolamento termico dell’edificio.
Ovunque si stanno realizzandosi i cappotti termici.
Adesso è il momento di fare un chiarimento che potrà essere di grande utilità per tutti coloro che stanno o vogliono realizzare tale coibentazione di un fabbricato
Il cappotto termico non può essere effettuato a caso, scegliendo lo spessore dei pannelli termici, in base al sentito dire, o al vicino che li ha messi in opera di un certo spessore.
Attenzione, molti nostri lettori ci fanno domande del genere, chiedendo, per esempio, se un pannello di polistirolo di 5 cm è valido per la realizzazione di un cappotto termico di un fabbricato bifamiliare sito in collina e costruito nel 1980.
Come è possibile rispondere a tali domande? Occorrono dei chiarimenti in merito.
Chiariamo che non è possibile “tirare ad indovinare lo spessore” del pannello coibente termico e che occorre in realtà il coinvolgimento di un termo tecnico il quale dovrà calcolare, in sede progettuale, i valori necessari per ottenere infine la dovuta certificazione tecnica.
L’immobile andrà trattato in base alla sua prestazione energetica, addivenendo ad un giusto dimensionamento degli elementi significativi, non solo sullla base del riscaldamento esistente, ma anche della trasmittanza termica dei muri, delle pareti, dei solai, del tetto, e di tutto quanto possa concorrere ad un buon isolamento termico.
Si devono rispettare alcune norme ( Le UNI TS 11300), delle quali riportiamo alcuni punti salienti, schematizzati, sia dell’involucro che del riscaldamento o refrigerazione degli ambienti
Inoltre diventano importanti anche i valori limiti della trasmittanza e delle varie strutture, nonché l’incidenza della zona climatica italiana nella quale trovasi il fabbricato
Quindi, mai fidarsi di quanto consiglia la ditta o un conoscente; occorre necessariamente rivolgersi da un tecnico esperto in energia termica (Ingegnere o perito) , il quale dovrà eseguire un lavoro minuzioso di indagine e di calcolo (tramite formule empiriche), per arrivare al giusto dimensionamento del cappotto termico.
Ciò, ad evitare di effettuare grosse spese, che, infine, serviranno a poco .
Con questo articolo si spera di avere dato una risposta a molti nostri lettori che seguitano a scriverci circa tale argomento.
Fate dei commenti e chiedete spiegazioni sulla vostra casa ed accessori, vi risponderemo
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Perche’ i comuni non concedono di eseguire cappotti termici esterni su facciate lato strade ignorando le leggi dello stato che danno deroga per gli spessori ?
grazie
Per Eugenio.
La deroga esiste per le distanze dai confini, per i volumi e per le altezze, non per l’invasione di suolo altrui, sia esso pubblico.
http://www.coffeenews.it/cappotto-termico-deroga-per-distanze-altezza-e-volume
Amedeu e c.