Il superbonus del 110 % è un’occasione storica che rischia di diventare un ennesimo flop per la fiscalità eccessiva

Il superbonus del 110 % è un’occasione storica che rischia di diventare un ennesimo flop per la fiscalità eccessiva di questo nostro burocratico Paese.

Poche parole e vediamo di mettere in risalto il problema principale che è di ostacolo al diffondersi del superbonus del 110% che potrebbe, invece, essere veramente un’occasione per far riprendere a pieno ritmo un’edilizia surclassata dalla sfortuna e dalla burocrazia nostrana.

Un’edilizia che è sempre stata il volano principale dell’economia italiana, dando lavoro a centinaia di migliaia di persone, senza considerare l’enorme indotto che la caratterizza.

La nostra casa, sia essa unifamiliare, bifamiliare, in condominio, in città o in campagna, il più delle volte è formata da un edificio principale adibito ad abitazione e da annessi vari, tipo ripostigli e garage, il più delle volte in lamiera o legno e abusivi.

Purtroppo è la conformazione del nostro tessuto urbano e nulla possiamo fare per cambiarlo.

Se vogliamo usare il bonus 110% per individuare gli abusivi non è certo la strada giusta da seguire, in quanto la maggior parte dei proprietari si defilerà e non presenterà alcuna domanda per usufruire di tale agevolazione, magari (esempio) per conservare una stanzetta da mt 5×3 usata quale deposito, ma abusiva e non sanabile.

Attualmente i tecnici sperano di risolvere il tutto tramite l’abolizione della doppia conformità, ma rimane difficile da attuarsi e non porterà a alcuna conclusione ottimale.

La strada giusta da seguire è un’altra ed è facilmente percorribile da chi voglia far partire l’edilizia senza andarsi ad impantanare in una marea infinita di abusivi.

Il superbonus 110%, per chi voglia usufruirne, dovrebbe contemplare una visione diversa del problema e concentrare la domanda solo sull’immobile per il quale vengono richiesti gli interventi trainanti e quelli trainati.

Tutto qui, il tecnico chiamato a presentare la domanda deve essere responsabile solo della conformità tecnica e urbanistica dell’immobile oggetto della richiesta, il quale di conseguenza deve corrispondere interamente al vigente piano urbanistico, al regolamento edilizio, a quello sanitario ed al progetto approvato in Comune.

Ciò che è al di fuori di tale immobile, anche se abusivo, rimane come tale, quindi non sanabile, ma nello stesso tempo non deve incidere sulla responsabilità del tecnico che effettua il sopralluogo e che presenta la pratica né deve essere motivo di una successiva indagine di abusivismo derivante dai controlli che seguiranno al procedimento del 110%.

Insomma, l’abusivo rimane tale e chi lo ha eseguito, sa di non poterlo sanare rimanendo soggetto, alla denuncia e alla richiesta di demolizione dello stesso in qualsiasi momento, ma non deve essere collegato in alcun modo alle richieste di agevolazione avanzate per l’immobile principale.

Un concetto difficile da mandar giù, coraggioso potremmo dire, ma che permetterebbe all’edilizia di tornare a correre come negli anni 70/80.

Le gru ed i ponteggi nascerebbero come funghi.

In definitiva non si tratta di far chiudere gli occhi ai tecnici responsabili, ma solo di trovare la formula giusta da inserire nella legge che stabilisca che gli elaborati da presentare devono riguardare solo quella parte per cui viene richiesto il superbonus, sia esso cappotto termico, miglioramento energetico o super sisma.

Di conseguenza, un successivo intervento, nel tempo, da parte delle autorità delegate, non dovrebbe in alcun modo interessare le agevolazioni ottenute in fase del superbonus 110% relative all’edificio e definite conformi, in quel momento, al progetto approvato.

di
amedeu

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