Impianto fotovoltaico: la burocrazia vince ancora contro i buoni propositi del cittadino

Impianto fotovoltaico: la burocrazia vince ancora contro i buoni propositi del cittadino e ciò che pensavamo veloce purtroppo diventa molto lento.

Le fonti rinnovabili e in particolare il fotovoltaico sono sempre più ambite dagli Italiani, desiderosi di alleggerire le bollette elettriche.

I tecnici addetti alla presentazione delle pratiche inerenti il fotovoltaico domestico, cioè quello fino a 6 kW, si sono finalmente liberati dei pressanti incarichi dovuti al Superbonus 110% e adesso si dedicano anche a quelle pratiche “meno importanti” come vengono classificati i piccoli impianti domestici; tutto ciò avrebbe dovuto comportare un salto di qualità nello snellimento progettuale ed anche nell’iter completo.

Premessa

Vediamo la domanda di prassi che il cittadino si fa prima di dare l’incarico di progettazione ad un tecnico abilitato. Domanda che poi viene rigirata al WEB:

<<A ENEL-Distribuzione .QuaIi sono i tempi per approvare l’allaccio di un contatore per un impianto fotovoltaico?>>

La risposta immediata è:

<< Quali sono le tempistiche di allaccio fotovoltaico? Le tempistiche dell’attivazione del contatore fotovoltaico bidirezionale di un nuovo impianto possono variare, da un minimo di circa 15-20 giorni fino a due mesi dalla domanda, se non ci sono ritardi dovuti a mancanze nei documenti della richiesta.10 feb 2023>>

Felici di sapere quanto poco tempo ricorra tra domanda e risposta poniamo il quesito in altra maniera:

“Che permessi servono per il fotovoltaico? Quali sono i tempi di risposta?”

Sapevamo per averlo mille volte letto, che il Comune lo si supera facilmente con l’Edilizia Libera, e che:

“…chi desidera avere in casa un impianto fotovoltaico non dovrà più chiedere permessi o autorizzazioni alle autorità competenti, basterà compilare il “Modello unico semplificato” fino alla potenza massima di 200 kW. Prima la procedura agevolata era possibile soltanto per impianti di potenza non superiore a 50 kW….”

Pratiche facili da presentare e con pochi fogli “burocratici”.

Inoltre

Stando ai pareri di coloro che interpretano le leggi e degli specialisti nel campo delle attrezzature fotovoltaiche, pannelli, inverter, batterie al litio, moduli di controllo, meter ecc., il cittadino interessato, una volta incaricato un buon progettista, nel giro di poche settimane, dovrebbe ammirare il proprio impiantino fotovoltaico montato sul tetto e funzionante, con risparmio di tanta energia.

Prassi reale

A dire la verità ci credevamo anche noi, sulla base anche delle essenziali informazioni che avevamo e che riportiamo di seguito:

“dopo il montaggio dell’impianto fotovoltaico sul nostro tetto, da parte della ditta elettrica, diventa necessario effettuare la richiesta di allaccio dell’impianto alla rete elettrica nazionale a E-Distribuzione (ENEL Distribuzione) e al GSE (Gestore Servizi Energetici) per il conteggio dei consumi e prelievi dell’energia prodotta.

L’allaccio deve avvenire tramite un contatore “bidirezionale”.

Mancando il medesimo l’energia prodotta dai pannelli una volta immessa in rete verrebbe conteggiata come un costo a nostro carico.

Poiché la maggior parte delle abitazioni italiane è già provvista di contatori bidirezionali (Identificati da due freccette contrapposte site a sinistra sotto il display del contatore), E-Distribuzione può, in pochi attimi, agendo dal remoto, cambiare l’impostazione del contatore stesso e renderlo atto all’impianto stesso.

Una volta regolarizzato l’allaccio subentrerà il GSE per la pratica relativa allo “scambio sul posto”, conteggiando l’energia in entrata, in uscita, ecc.

Delusione

Ripensando al passato abbiamo fatto due conti sul nostro impianto :

<<Valutando il tutto l’impianto, una volta completato sul tetto della nostra casa nel giro di un mese e mezzo dovrebbe avere il via libera di tutti gli Enti preposti>>.

Non vogliamo scoraggiare i nostri lettori con parole pessimistiche, ma riteniamo di avvertirvi che i tempi, purtroppo si allungano e anche di parecchio, in maniera che i mesi trascorrono e l’impianto resta inattivo sul nostro tetto.

Ritardi

Purtroppo la realtà è diversa da quanto pubblicizzato; perché, in particolare l’ente gestore del servizio elettrico deve esaminare la pratica, richiedendo al progettista, (giustamente??), la documentazione carente, caso che avviene spesso se non addirittura sempre.

I progettisti informano i loro clienti “di avere inoltrato la pratica come di dovere e che i tempi purtroppo sono questi (???)

Malaguratamente il progettista si difende per il fatto che deve attendere la comunicazione scritta dall’Ente per presentare la documentazione richiesta e così, con un tira e molla continuo da una parte e dall’altra, passano i mesi e l’impianto resta inattivo

Provare per credere.

Per quel poco o niente che contiamo, riteniamo che sia il caso di suggerire a chi di dovere di snellire veramente la burocrazia, di non illudere i cittadini ma di esaminare e risolvere gli impianti fotovoltaici fino a 6 kW in breve tempo, senza andare alla ricerca del pelo nell’uovo, cercando, quando emergono delle difficoltà, di contattare anche i clienti (Magari tramite via email) comunicando loro, così come ai progettisti, la documentazione carente da integrare e quello che sarà l’iter futuro della pratica.

Questo, al fine di consentire anche ai clienti di sapere notizie certe sul proprio impianto e di intervenire in prima persona (Vista la mole di lavoro dei progettisti), eliminando quei tempi morti che intercorrono tra enti addetti e progettisti incaricati.



di
amedeu

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